Lesioni cartilaginee

Cosa comporta la lesione della cartilagine articolare del ginocchio?

Le lesioni della cartilagine articolare sono tra le più frequenti cause di dolore al ginocchio, soprattutto nei pazienti più giovani e sportivi.

La cartilagine articolare è un tessuto di colore bianco opalescente e di spessore variabile che riveste le superfici delle articolazioni; questa fa sì che le articolazioni si muovano senza attrito e distribuisce in modo omogeneo le sollecitazioni che agiscono su di esse, ammortizzandole.

Il disegno mostra una visione frontale del ginocchio che evidenzia le parti che lo compongono. In evidenza la cartilagine articolare. Quando questa perde la propria integrità si parla di lesioni cartilaginee.

Per poter mantenere queste sue fondamentali funzioni, la cartilagine deve rimanere integra. Un trauma diretto oppure sollecitazioni importanti, soprattutto se prolungate nel tempo – come si verifica nel corso dell’attività sportiva – possono creare un danno alla cartilagineche ha scarse capacità riparative autonome, con conseguente insorgenza di dolore, gonfiore, talvolta rigidità e limitazione funzionale del ginocchio.

La cartilagine del ginocchio che riveste la superficie inferiore del femore, la superficie superiore della tibia e la superficie interna della rotula.

La possibilità che si verifichi un danno alla cartilagine è inoltre molto più alta nei casi in cui coesistano difetti di allineamento del ginocchio (ginocchio varo o valgo) o instabilità per lesione dei legamenti.

In tutti i casi, un peso eccessivo comporta un aumento delle probabilità di un danno cartilagineo.

Trattamento delle lesioni cartilaginee

Il trattamento delle lesioni cartilaginee prevede innanzitutto un’identificazione accurata del tipo e della gravità della lesione cartilaginea attraverso una risonanza magnetica (RM) e, se indicato, attraverso un’artroscopia che consente una visione articolare diretta.

Una volta tipizzato, il danno cartilagineo viene trattato con la tecnica più opportuna, nella maggior parte dei casi per via artroscopica.

Schematicamente, si possono suddividere le tecniche attualmente disponibili in tre gruppi.

  • Fanno parte del primo gruppo tecniche artroscopiche che mirano alla stabilizzazione del difetto cartilagineo quando questo è di entità minore e più superficiale; esse sono rappresentate dalla pulizia articolare (debridement artroscopico) e dal trattamento con radiofrequenze.
  • Del secondo gruppo, per difetti della cartilagine di gravità maggiore, fanno parte tecniche artroscopiche che, ciascuna con una precisa indicazione, mirano alla stimolazione della riparazione del difetto cartilagineo con una fibrocartilagine, cioè una cartilagine che possiede alcune caratteristiche della cartilagine originale e che è in grado di svolgere le funzioni ammortizzanti e di scivolamento di quest’ultima; esse sono rappresentate dall’artroplastica per abrasione, dalle perforazioni e dalle microfratture.
  • Al terzo gruppo appartengono tecniche di riparazione della lesione cartilaginea attraverso la rigenerazione vera e propria della cartilagine nativa; sono rappresentate dal trapianto osteocondrale (OATS) e dalla tecnica AMIC (Condrogenesi Autologa Indotta da Matrice).
    Le indicazioni per queste tecniche, utilizzabili in alcuni casi per via artroscopica e spesso per via “aperta”, sono stringenti e riservate a una certa tipologia di lesione cartilaginea.

Per il trattamento delle lesioni cartilaginee si hanno a disposizione anche le terapie infiltrative, quali:

  • la viscosupplementazione con acido ialuronico
  • il PRP, le cellule staminali che, con precise indicazioni, da sole o in associazione alle tecniche sopra indicate, rivestono un ruolo terapeutico importante.

Dott. Alberto Cevenini

Medico Chirurgo
Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Esperto in chirurgia del ginocchio e della caviglia con esperienza consolidata nel settore ortopedico traumatologico.

 

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