Ortopedia della caviglia

Quali sono i sintomi tipici di una distorsione della caviglia?

I sintomi tipici della distorsione della caviglia sono rappresentati dal dolore, dalla tumefazione (gonfiore) che può interessare solo una parte dell’articolazione, quella esterna – più frequentemente – quella interna o tutta l’articolazione, e dall’incapacità parziale o totale a proseguire un’attività (limitazione/impotenza funzionale). I sintomi possono manifestarsi in maniera differente come tempistica e intensità: il dolore e la tumefazione possono  comparire immediatamente dopo il trauma oppure instaurarsi progressivamente, così come  la limitazione della funzione della caviglia può essere immediata e totale oppure progressiva.

In cosa consiste la distorsione della caviglia?

La distorsione della caviglia è un trauma molto frequente, soprattutto negli sportivi; consiste in un movimento incongruo della caviglia che provoca una lesione dei legamenti.

Il danno ai legamenti può essere di entità diversa:

  1. semplice stiramento (distorsione leggera) definito sul piano clinico di grado 0 o 1
  2. rottura parziale (distorsione moderata) definita sul piano clinico di grado 2
  3. rottura completa (distorsione grave) definita sul piano clinico di grado 3.

Quali sono le differenze tra una distorsione leggera, moderata e grave della caviglia in termini di sintomi e tempi di recupero?

L’entità della lesione legamentosa deve essere valutata con precisione, attraverso un’accurata valutazione clinica e con esami strumentali idonei – in primis con la radiografia, al fine di escludere una frattura –  per iniziare un trattamento adeguato.

Questo è di solito “conservativo” e consiste in: riposo funzionale, ghiaccio, antidolorifici, immobilizzazione della caviglia mediante tutori specifici, cui segue una fisioterapia per il recupero della piena funzionalità.

In alcuni casi di traumi distorsivi gravi – grado 3 – è necessario ricorrere a un intervento chirurgico di riparazione o di ricostruzione dei legamenti lesionati.

Di solito con un trattamento terapeutico adeguato viene ripristinata la sua normale funzione.

In alcuni casi, tuttavia, la caviglia può rimanere dolorosa e gonfiarsi soprattutto sotto sforzo: è la cosiddetta Sindrome dolorosa post distorsiva; questo può essere dovuto a un’infiammazione persistente dei legamenti, a un’infiammazione che riveste internamente la cavigliasinovitea un danno della cartilagine che riveste le superfici articolari.

In questi casi sono necessari sia un approfondimento diagnostico, di solito attraverso l’esecuzione di una risonanza magnetica (RM), volto ad identificare la causa dei sintomi, sia un intervento in artroscopia.

L’artroscopia della caviglia è un esame mininvasivo endoscopico che, attraverso l’uso di una telecamera e di strumenti chirurgici dedicati, consente di vedere direttamente la lesione e trattarla, ad esempio, rimodellando e ritensionando i legamenti, asportando la membrana sinoviale infiammata e trattando la cartilagine danneggiata.

Descrizione particolareggiata dell'ortopedia della caviglia che mostra la struttura ossea, cartilaginea e legamentosa della caviglia

Quali sono le misure di primo soccorso consigliate da adottare immediatamente dopo una distorsione della caviglia?

Il trauma distorsivo della caviglia è molto frequente, soprattutto tra gli sportivi. È causato da un’anomala torsione della caviglia verso l’interno (trauma in inversione) in cui vengono interessati i legamenti laterali – di gran lunga il più frequente  –  o verso l’esterno (trauma in eversione) in cui vengono interessate le strutture mediali  (capsula e legamento deltoideo). In entrambi i casi è opportuno sospendere l’attività sportiva, se non è la gravità stessa del trauma a determinarlo, e intervenire tempestivamente.

I sintomi della distorsione sono il dolore, la tumefazione (gonfiore) e la perdita della funzione – impotenza funzionale – di entità variabili, sia come intensità che come progressione nel manifestarsi.

In tutti i casi è importante adottare le seguenti misure terapeutiche volte ad alleviare i sintomi:

  • mettere la caviglia a riposo non appoggiandovi il peso del corpo
  • mantenere l’arto elevato per favorire il deflusso del sangue
  • utilizzare adeguatamente il ghiaccio, che ha un effetto antidolorifico ed antinfiammatorio: questo va mantenuto per non più di 10-15 minuti a intervalli di circa 30-40 minuti e soprattutto non a diretto contatto con la cute, per evitarne il congelamento e il peggioramento dei sintomi.

Successivamente sono sempre opportune, per una corretta diagnosi, una valutazione strumentale della caviglia mediante la radiografia e un esame clinico, volte da una parte a escludere una frattura e dall’altra a stabilire l’entità del trauma distorsivo: solo con una corretta diagnosi è possibile intraprendere un idoneo percorso terapeutico.

In alcuni casi particolari, soprattutto per i traumi più gravi, o quando è necessario un approfondimento diagnostico, alla radiografia sono associati ulteriori esami strumentali, sia nell’immediatezza del trauma sia a distanza da esso, quali l’ecografia, la TC o la RM.

Cosa si intende per rigidità della caviglia?

Ciascuna articolazione del nostro corpo ha un suo proprio movimento che è determinato dalla conformazione delle superfici articolari, dalla capsula e dai legamenti. La caviglia è strutturata in modo da avere un arco di movimento di circa 80° (20°-30° di flessione dorsale, 30°-50° di flessione plantare) che consente di svolgere tutte le funzioni richieste nella vita quotidiana come mantenere la stazione eretta, camminare, correre, salire e scendere le scale.

Vi sono condizioni patologiche che possono determinarne una perdita di movimento: si parla allora di rigidità.

La causa più comune di rigidità della caviglia è il trauma distorsivo: a causa del dolore e del gonfiore si ha una perdita del normale movimento dell’articolazione; questo nella maggior parte dei casi è temporaneo, di durata variabile in relazione alla gravità del trauma. In alcuni casi tuttavia la rigidità può protrarsi nel tempo e cronicizzarsi, ovvero diventare permanente.

L’artrosi della caviglia può determinare una rigidità articolare, a seguito della progressiva degenerazione delle superfici articolari; la forma di artrosi della caviglia di gran lunga più frequente è quella post traumatica, come conseguenza di lesioni dei legamenti o fratture delle ossa che la costituiscono. Infatti, una lesione persistente dei legamenti determina un’instabilità cronica con una progressiva degenerazione articolare e perdita di movimento. Le fratture del malleolo mediale, laterale e posteriore e le fratture dell’astragalo sia isolate, ma soprattutto se associate, alterando la superficie articolare e comportando spesso un danno diretto alla cartilagine, che non rigenera, possono portare, con analogo meccanismo, all’instaurarsi di una rigidità.

In tutti i casi è importante riconoscere quelle condizioni che possono portare ad una rigidità e trattarle tempestivamente. Allo stesso modo deve essere riconosciuta e trattata la rigidità stessa, prima che diventi permanente.

L’artroscopia in questo senso può rappresentare un utile strumento diagnostico e terapeutico, permettendo la visualizzazione diretta della causa e, nella maggior parte dei casi, la sua risoluzione.

Dott. Alberto Cevenini

Medico Chirurgo
Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Esperto in chirurgia del ginocchio e della caviglia con esperienza consolidata nel settore ortopedico traumatologico.

 

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